San Galgano, o meglio l’Abbazia di San Galgano si trova a circa trenta km da Siena, ed è un abbazia tipicamente cistercense.
L’atmosfera particolare rende la visita surreale. La luce tipicamente toscana fa pensare ai dipinti di Giotto e sembra quasi di essere tornati indietro con il tempo. La campagna toscana e i cipressi fanno da cornice ad un gioiello tanto prezioso sia artisticamente che storicamente.
Il sito è formato dall’eremo e dall’ Abbazia, ora completamente in rovina e ridotta alle sole mura. La mancanza del tetto, infatti, l’accomuna ad altre abbazie come quelle di Jedburg in Scozia, di Tintern in Galles, di Cashel in Irlanda, di Melrose, a quella del Convento do Carmo a Lisbona, a quella di Kelso e ad altre.
L’abbazia porta il nome del Santo, Galgano appunto, che convertitosi dopo una giovinezza dissoluta, si ritirò a vita eremitica dandosi alla penitenza.
La sua conversione avvenne nel giorno di Natale del 1180, quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada allo scopo di trasformarla in una croce. Nella Rotonda, effettivamente, c’è un masso dalle cui fessure spuntano un’elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca.
L’evidente eco del mito di Re Artù non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra il mito della Tavola Rotonda e la storia di San Galgano.
Per quanto riguarda l’attribuzione della costruzione dell’Abbazia, si pensa che la parte orientale sia stata realizzata da Donnus Johannes mentre la parte occidentale da frate Ugolino di Maffeo, documentato nel 1275.
La chiesa rispetta perfettamente i canoni della abbazie cistercensi, che erano stabiliti dalla regola di San Bernardo e prevedevano norme precise per quanto riguarda la localizzazione, la planimetria e lo schema della collocazione degli edifici.
La chiesa è perfettamente orientata, ovvero ha l’abside che volta ad est.
L’interno della chiesa si presenta privo della copertura del tetto e del pavimento, sostituito da terra battuta che nei periodi primaverili si trasforma in manto erboso mentre nei periodi piovosi forma delle pozze d’acqua che riflettono delle immagini suggestive dell’architettura della chiesa.
Il Chiostro, la Sacrestia, la Sala Capitolare, sono altrettanto affascinanti soprattutto per come la luce viene diffusa negli ambienti.
La suggestiva atmosfera dell’Abbazia è stata utilizzata per ambientare, tra gli altri, il film “Il paziente inglese” di Anthony Minghella ed è stato set fotografico per un lavoro del maestro della fotografia italiana Franco Fontana.
CONSIGLI PER MANGIARE ED ALLOGGIARE:
In territorio toscano non è difficile mangiare bene e trovare alloggio e, in questa zona è consigliato, sia per l’una che per l’altra cosa, l’Agriturismo Terre di San Galgano:
Per conoscere eventi e manifestazioni è utile consultare la proloco di Chiusdino:
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